clinica veterinaria bologna


PRONTO SOCCORSO VETERINARIO DIURNO BOLOGNA

Tel. 051-538703


Cell. 380-2454026

  Direttore Sanitario Dr. Matteo Rossi Home Emergenze Servizi Contatti Staff Links

Seguici su Facebook Pagina Google Plus come raggiungerci

CLINICA VETERINARIA DUE MADONNE

     
 
COME RAGGIUNGERCI
Clinica Veterinaria Due Madonne
Via Due Madonne 53/A
40138 Bologna
Tel.: 051-538 703
 
     
     
 
ORARI DI APERTURA
Orario visite diurne:
da lunedì a venerdì 09,00 - 20,00
sabato 09,00 - 13.00

 
     
  Tecnologia
  • Qualità
  • Servizi
  Professionalità
  Passione

 



   
 

AGGIORNAMENTI DI MEDICINA DEI RETTILI

> LA VISITA DEI RETTILI

> LA NUTRIZIONE FORZATA

> LA QUARANTENA

> L'ACARO DEI SERPENTI

 


L’IMPORTANZA DELLA VISITA DEL RETTILE

DA PARTE DI UN MEDICO VETERINARIO

L’aumento considerevole dei rettili tenuti in cattività e di altre specie "non convenzionali", quali animali d’affezione, ha fatto sì che negli ultimi anni vi sia stato un nuovo impulso per la medicina degli animali esotici e degli animali da zoo.

Lo studio sulle patologie dei rettili è in fase di continuo sviluppo, e l’interesse crescente per questi animali, ha conseguentemente determinato un aumento dei veterinari che si stanno avvicinando a questo settore.

Fino ad alcuni anni fa, quando le informazioni riguardo la ricerca medica sulle malattie dei rettili e sulle terapie da adottare erano limitate, la maggior parte delle cure date agli animali da parte dei proprietari si basavano su informazioni aneddotiche e soprattutto su consigli da parte dei commercianti . La conseguenza di tale medicina "self-made" era che la maggior parte delle terapie mediche venivano usate in modo inappropriato ed indiscriminato, causando, spesso, gravi problemi alla salute dell’animale o risultando del tutto inefficaci.

Il rettile, come il cane e il gatto, al momento dell’acquisto dovrebbe essere visitato preventivamente da parte di un medico veterinario specialista, che possa valutare lo stato di salute dell’animale.

Prima dell’acquisto è di fondamentale importanza conoscere la biologia e le necessità ambientali (spazio, temperatura, umidità, ecc.) di ogni specie, poiché il mantenimento dell’animale in condizioni inadeguate rappresenta la più frequente causa di malattia nei rettili tenuti in cattività.

Esistono diverse malattie che possono colpire i rettili : malattie infettive (batteri, virus, parassiti), metaboliche, nutrizionali, degenerative, ecc.

Tra queste le malattie infettive giocano un ruolo importante soprattutto nei rettili la cui origine è sconosciuta (ad esempio quelli di cattura) o che sono mantenuti in gruppi numerosi o per i quali non sono state adottate le più comuni norme di quarantena prima dell’introduzione nel negozio e/o nell’allevamento. Non essendo stati ancora allestiti dei vaccini contro le malattie infettive dei rettili, l’unica prevenzione, è rappresentata, in alcuni casi, dall’adozione di un protocollo di quarantena e di tecniche di disinfezione efficaci.

Al momento dell’acquisto di un nuovo animale (prima di porlo in quarantena) è necessario seguire alcune indicazioni importanti :

1) Osservare l’ambiente in cui è stabulato il rettile (acquario, gabbia, terracquario, terrario, ecc.), valutandone il grado di pulizia, la presenza eccessiva di escrementi , la presenza di insetti (ad esempio mosche), di frammenti di precedenti mute, la pulizia degli accessori in esso contenuti (soprattutto della ciotola per l’acqua).

2) Controllare inoltre il grado di pulizia dei terrari eventualmente adiacenti a quello dell’animale da acquistare.

3) Osservare attentamente il comportamento dell’animale nel suo ambiente (prima di maneggiarlo), potendo rilevare alterazioni della deambulazione, dei movimenti, ecc., prestando particolare attenzione alle condizioni generali (eccessivo dimagrimento, presenza di ferite, cicatrici, noduli sulla cute, ecc.), alla presenza di muco nella cavità orale e nelle narici, ad eventuale difficoltà respiratorie (testa sollevata, bocca aperta, eccessiva ampiezza del respiro, ecc.), ecc.

4) Osservare l’eventuale presenza di acari (piccoli parassiti delle dimensioni di una capocchia di spillo) liberi nel terrario (osservazione spesso complicata dalla presenza di rami, di corteccia, paglia, o trucioli di legno), ed in seguito controllare l’animale, maneggiandolo (se possibile), controllando le proprie mani successivamente, perché spesso ci si accorge della presenza degli acari solo dopo il maneggiamento, in quanto questi parassiti passano dall’animale alle mani dell’operatore.

5) Osservare l’eventuale presenza di zecche (più facili da osservare rispetto agli acari per la loro maggiore dimensione).n.b. gli ectoparassiti (acari e zecche) possono essere dei vettori di agenti patogeni, che al momento dell’acquisto sono ancora in fase di incubazione; il quadro clinico di malattia non è ancora osservabile e l’animale può sembrare apparentemente in buono stato di salute anche se già infetto).

6) Portare l’animale ad un veterinario specialista in fisio- patologia dei rettili, per un esame clinico specialistico; una volta portato a casa raccogliere le feci per un esame coprologico accurato da parte del veterinario al fine di escludere parassiti gastro-intestinali. n.b.: Ogni animale di nuova introduzione all’interno di un gruppo di animali già esistente (spt. un gruppo eterogeneo costituito da diverse specie), dovrebbe essere sottoposto, di routine, ad un esame clinico.

7) Mai acquistare un animale che mostra chiari segni di malattia, o che si trova nello stesso ambiente con altri animali debilitati o ammalati.

8) Le conseguenze dell’introduzione di un animale malato, non controllato, del quale non si conosce perfettamente la provenienza, senza l’adozione delle norme precedentemente elencate e delle norme di quarantena, in un allevamento o in una collezione privata possono portare a conseguenze drammatiche per tutti gli animali presenti in essi.

COSA DEVO FARE PER IL MIO RETTILE?

1) ESAME DELLE FECI: alla prima visita ed in seguito al primo trattamento vermifugo per escludere la presenza di parassiti intestinali e verificare l’efficacia del trattamento antiparassitario adottato.

2) TRATTAMENTO CONTRO GLI ECTOPARASSITI (acari e zecche): eliminare i parassiti esterni che possono essere dei vettori di alcune malattie infettive (virali, batteriche, parassitarie).

3) ALIMENTAZIONE: si consiglia una alimentazione bilanciata, adeguata ad ogni specie animale, eventualmente integrata con vitamine e sali minerali (sempre su consiglio del veterinario).

4) CONTROLLI GENERALI: dopo un primo esame clinico al momento dell’acquisto si consiglia di effettuare un controllo periodico (da concordare con il veterinario), con esami completi del sangue e delle urine, per una diagnosi precoce di eventuali malattie tipiche dei rettili.

5) RADIOGRAFIE: per i sauri è necessario il controllo radiografico ( soprattutto nel periodo di accrescimento dell’animale) per una precoce diagnosi di patologie a carico dell’apparato scheletrico (frequenti in questi animali).

6) STERILIZZAZIONE DELLE IGUANE: per prevenire gravi patologie nella femmina (ritenzione delle uova, parti distocici) e ridurre nel maschio l’aggressività.

7) MICROCHIP: tecnica di identificazione degli animali di pratica applicazione e lettura, sicura e adottabile per istituire un’anagrafe dei propri animali.

 

LA NUTRIZIONE FORZATA

Introduzione
E’ frequente, nella pratica ambulatoriale veterinaria, ricorrere all’alimentazione forzata dei pazienti rettili.
Le cause che portano alla scelta di tale intervento sono molteplici, ma vengono generalmente ricondotte ad una incapacità da parte dell’animale, ad alimentarsi spontaneamente, per disoressia (alterazione dell’appetito) o anoressia (mancanza dell’appetito; vedi articolo: “anoressia e dimagrimento nei rettili”; M.Rossi; www.rettili.net).
Indipendentemente dai motivi che portano il veterinario o il proprietario ad adottare questo rimedio pratico per nutrire un animale che presenta problemi ad alimentarsi spontaneamente, è necessario che i metodi di alimentazione forzata dei rettili, siano eseguiti da una persona esperta, poiché l’errata metodica può causare seri problemi alla salute dell’animale.
L’alimentazione forzata dei rettili, in alcuni casi, rappresenta l’intervento di supporto necessario (in alcuni casi l’unica risorsa) ad altri trattamenti medici, che nel loro insieme mirano alla sopravvivenza di animali gravemente debilitati, eccessivamente dimagriti e disidratati.
In altri casi, tuttavia, tale intervento viene adottato erroneamente, senza valutare i reali benefici apportati, risultando inutile e/o dannoso per la salute dell’animale, per scarse conoscenze della biologia e dell’anatomia del rettile, delle tecniche corrette di somministrazione involontaria dell’alimento, per eccessivo stress per l’animale.
Le modalità di somministrazione del cibo vanno, necessariamente, adattate ai diversi casi clinici, e dipendono inoltre dallo stato generale di salute dell’animale, dalla specie di apparteneza, dalle dimensioni corporee, dalla natura dell’evento morboso.

L’alimentazione forzata di un rettile rappresenta, come già detto, un evento stressante per l’animale, e se non effettivamente necessaria per la sua sopravvivenza, può influenzare negativamente il suo sistema immunitario, favorendo una immunodepressione, che lo rende più sensibile alle malattie e ne diminuisce la capacità di reazione verso queste.
In linea generale, si può dire che l’alimentazione forzata rappresenta l’apporto involontario di sostanze nutritive.

L’alimentazione forzata, oltre a rappresentare uno stress per l’animale può non essere priva di rischi. E’ possibile, infatti, provocare danni ai tessuti o agli organi dell’animale (lacerazione dell’esofago, della trachea, ecc.) alimentato forzatamente, per eccessiva forza impiegata durante la manualità, per dimensioni o quantità eccessive di cibo, per aspirazione di liquidi nella trachea e conseguente soffocamento o polmonite ab ingestis, ecc. Si dovrebbe fare attenzione soprattutto agli animali di piccole dimensioni o a quelli particolarmente debilitati (problemi di deglutizione, patologie respiratorie, ecc.). Con l’alimentazione forzata (soprattutto se prolungata per lunghi periodi di tempo) si possono instaurare patologie nutrizionali (vedi art.”Patologie nutrizionali nei rettili”; M.Rossi) legate ad errori alimentari dovuti a insufficiente o eccessiva integrazione di sostanze nutritive (ipo- o ipervitaminosi, carenza di calcio o eccessiva somministrazione, diete ipo- o iperproteiche, ecc.) che possono aggravare, talvolta, lo stato di salute dell’animale. Inoltre si ricorda che alcuni rettili vanno alimentati più volte al giorno (ad es. una giovane iguana), altri (come i grossi boidi) una sola volta alla settimana o anche più.

MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE
Ciò che bisogna tenere in considerazione, quando si opta per l’alimentazione forzata di un rettile anoressico, debilitato, realmente a rischio di vita, è: la specie di appartenenza, la dimensione corporea, lo stato metabolico, l’anatomia e la fisiologia dell’apparato digerente, la tecnica scelta nel caso specifico, l’esperienza dell’operatore (è consigliabile l’intervento di un veterinario specializzato o di un’altra persona esperta), il carattere dell’animale.
Il cibo introdotto forzatamente può essere solido, semiliquido o liquido.
A titolo di esempio un serpente può essere alimentato con una preda intera (è preferibile tagliare le unghie e i denti incisivi della preda per evitare lacerazione dell’esofago), di dimensioni ridotte rispetto alle prede utilizzate per l’alimentazione volontaria, facilitando la progressione attraverso la bocca e l’esofago grazie ad una preventiva lubrificazione della preda stessa, “mungendola” caudalmente, esercitando, cioè, una leggera e progressiva spinta manuale del bolo attraverso l’esofago fino allo stomaco.
Tale operazione richiede l’apertura forzata della bocca dell’animale (i materiali usati per tale operazione devono minimizzare i rischi di traumi dentali, lesioni della mucosa, lussazioni della mandibola); in alcuni casi è sufficiente

porre la preda nella bocca del serpente, retrarla gentilmente in direzione anteriore mentre si effettua una leggera pressione sulla testa dell’animale, in modo da ancorare i sui denti (orientati caudalmente) al corpo della preda, che verrà deglutita spontaneamente dal serpente una volta che quest’ultimo viene riposto nel terrario.
Per l’alimentazione forzata dei rettili (serpenti, sauri, cheloni) possono essere usati anche sonde esofago-gastriche (per evitare aspirazione accidentale), cioè tubi di plastica, di gomma, di metallo, di silicone, grazie alle quali viene somministrato cibo liquido o semiliquido. Il cibo liquido o semiliquido può essere somministrato direttamente nel cavo orale, a piccole dosi ripetute, ma ciò aumenta il rischio di aspirazione da parte dell’animale, per difficoltà del riflesso di deglutizione o per errore dell’operatore (eccessiva quantità, erroneo posizionamento della siringa, ecc.). In tutti i casi, il cibo dovrebbe essere preventivamente riscaldato prima della somministrazione, evitando di portarlo a temperature eccessive che potrebbero causare ustioni della mucosa orale, dell’esofago e dello stomaco. In alcuni casi (frequentemente nelle tartarughe) è necessario l’utilizzo di sonde faringostomiche e gastrostomiche (tubi che vengono inseriti direttamente, attraverso la cute, nell’esofago e nello stomaco, rispettivamente, da parte di un medico veterinario!), ad esempio quando si riscontra eccessiva difficoltà nell’apertura della bocca del rettile, o l’animale è particolarmente aggressivo o pericoloso, o in altri casi per limitare l’eccessivo stress apportato con il maneggiamento e la contenzione.

CONCLUSIONI

Come si può intuire da quanto ho scritto precedentemente, l’alimentazione forzata è da scegliersi solo in caso di reale necessità (esistono diverse tecniche che aumentano l’appetibilità del cibo, stimolando l’appetito dell’animale, che vanno tentate prima), non deve essere improvvisata, e perciò ci si deve affidare a mani esperte, poiché i rischi per la salute dell’animale, in alcuni casi già compromessa, sono elevati.

Spesso questo metodo di alimentazione è necessario per la sopravvivenza del rettile, ma vanno analizzati correttamente i reali benefici e le controindicazioni del trattamento, valutando ogni singolo caso clinico.
Anche la scelta dell’alimento (contenuto in nutrienti, grado di digeribilità, apporto energetico, forma fisica, quantità,ecc.) deve essere analizzata con attenzione, evitando degli squilibri alimentari che possono causare patologie metabolico-nutrizionali degli animali già malati in modo critico.
In linea teorica si considera necessario un intervento di alimentazione forzata in caso di anoressia cronica e dimagrimento eccessivo, con perdita di peso del 10% ca. in breve tempo o del 20% ca. in modo cronico. E’ di fondamentale importanza evitare una sovralimentazione del rettile debilitato (questo dovrebbe ricevere circa il 40-70% dei fabbisogni energetici di un animale sano), che porterebbe a disordini metabolici e digestivi, frequenti ad esempio utilizzando alcuni “cocktail self-made”, ottenuti mescolando diversi nutrienti (uova, carne macinata, multivitaminici, integratori minerali, cibo per cani e gatti, ecc.) che risultano sbilanciati quali-quantitativamente. L’integrazione di alcune sostanze nutritive al cibo durante l’alimentazione volontaria non rappresenta una modalità di alimentazione forzata, ma solo un supporto nutritivo alla dieta normale, in un momento in cui l’appetito dell’animale è buono.
Alcuni nutrienti o farmaci (se necessari) possono essere aggiunti alla normale dieta quando lo stimolo dell’appetito non è alterato, posizionando eventuali compresse, capsule, ecc. (o iniettando liquidi) all’interno della preda (nella cavità addominale, nell’esofago, ecc.), polverizzando o bagnando il cibo (invertebrati, vegetali, ecc.) con preparazioni che contengono tali sostanze nutritive o farmaci; queste diverse metodologie di integrazione possono essere seguite anche in caso di alimentazione involontaria, facilitando contemporaneamente la nutrizione e l’assunzione di nutrienti e/o farmaci.

 

LA QUARANTENA

INTRODUZIONE

AGENTE EZIOLOGICO: Organismo microscopico/submicroscopico o macroscopicamente visibile che penetra o era presente nell'animale (ospite); evoca sintomi oppure no; indispensabile ma non sufficiente per evocare un evento morboso (es. virus, batteri, funghi, parassiti).

INFEZIONE: L'agente eziologico penetra e si moltiplica nell'ospite senza sintomatologia.

MALATTIA INFETTIVA: Risposta all'infezione con evidenti sintomi clinici.

Una malattia rappresenta il frutto di una complessa interazione tra Ospite, Parassita e Ambiente.

AMBIENTE:

1) FATTORI BIOTICI (densità degli ospiti recettivi, presenza di vettori biologici, fattore uomo).

Questi fattori non agiscono causando, ma modulando, intervengono, cioè, sulla frequenza della malattia.

2) FATTORI ABIOTICI (macroclima, microclima, tecniche di pulizia e disinfezione, scambi di animali e di accessori, ecc.).

N.B.: Poiché l'interazione esistente tra l'ospite (rettile) tenuto in cattività, i parassiti e l'ambiente (non inteso solo come microclima del terrario) è alla base dell'evoluzione di una possibile malattia infettiva, il proprietario dell'animale deve sapere che:

•Una gestione inadeguata e/o scarsa (per disattenzione o incompetenza) rappresenta la più frequente causa di malattia nei rettili tenuti in cattività.

•E' di fondamentale importanza conoscere la biologia e le necessità ambientali (spazio, temperatura, umidità, ecc.) di ogni specie prima dell'acquisto.

PREVENZIONE E CONTROLLO DELLE MALATTIE INFETTIVE

Al momento dell'acquisto di un nuovo animale e prima di porlo in quarantena, è necessario seguire alcune indicazioni importanti :

1.Osservare l'ambiente in cui è stabulato il rettile (acquario, gabbia, terracquario, terrario, ecc.), valutandone il grado di pulizia, la presenza eccessiva di escrementi , la presenza di insetti (ad esempio mosche), di frammenti di precedenti mute, la pulizia degli accessori in esso contenuti (soprattutto della ciotola per l'acqua).

2.Controllare inoltre il grado di pulizia dei terrari eventualmente adiacenti a quello dell'animale da acquistare.

3.Osservare attentamente il comportamento dell'animale nel suo ambiente (prima di maneggiarlo), potendo rilevare alterazioni della deambulazione, dei movimenti, ecc., prestando particolare attenzione alle condizioni generali (eccessivo dimagrimento, presenza di ferite, cicatrici, noduli sulla cute, ecc.), alla presenza di muco nella cavità orale e nelle narici, ad eventuale difficoltà respiratorie (testa sollevata, bocca aperta, eccessiva ampiezza del respiro, ecc.), ecc.

4.Osservare l'eventuale presenza di acari (piccoli parassiti delle dimensioni di una capocchia di spillo) liberi nel terrario (osservazione spesso complicata dalla presenza di rami, di corteccia, paglia, o trucioli di legno), ed in seguito controllare l'animale, maneggiandolo (se possibile), controllando le proprie mani successivamente, perché spesso ci si accorge della presenza degli acari solo dopo il maneggiamento, in quanto questi parassiti passano dall'animale alle mani dell'operatore.

5.Osservare l'eventuale presenza di zecche (più facili da osservare rispetto agli acari per la loro maggiore dimensione).n.b. gli ectoparassiti (acari e zecche) possono essere dei vettori di agenti patogeni, che al momento dell'acquisto sono ancora in fase di incubazione; il quadro clinico di malattia non è ancora osservabile e l'animale può sembrare apparentemente in buono stato di salute anche se già infetto).

6.Se si tratta di serpenti trattenerli dall'estremità caudale, cioè dalla parte terminale del corpo, per valutare la reattività e la forza con cui l'animale cerca di risalire sul braccio dell'operatore, e perciò il tono muscolare.

7.Portare l'animale ad un veterinario specializzato nelle patologie dei rettili, per un esame clinico specialistico; una volta portato a casa raccogliere le feci per un esame coprologico accurato da parte del veterinario al fine di escludere parassiti gastro-intestinali. n.b.: Ogni animale di nuova introduzione all'interno di un gruppo di animali già esistente (spt. un gruppo eterogeneo costituito da diverse specie), dovrebbe essere sottoposto, di routine, ad un esame clinico.

8.Mai acquistare un animale che mostra chiari segni di malattia, o che si trova nello stesso ambiente con altri animali debilitati o ammalati.

9.Le conseguenze dell'introduzione di un animale malato, non controllato, del quale non si conosce perfettamente la provenienza, senza l'adozione delle norme precedentemente elencate e delle norme di quarantena, in un allevamento o in una collezione privata possono portare a conseguenze drammatiche per tutti gli animali presenti in essi.

La presenza o la proliferazione di agenti potenzialmente patogeni, materiale organico (di origine animale o vegetale) in decomposizione e materiale inorganico, possono derivare da fonti diverse; in particolare:

1.dal trasferimento dei contaminanti direttamente dagli stessi animali, attraverso il contatto fisico diretto;

2.durante il contatto umano, per esempio, nella routine di lavaggio dei contenitori o di vaneggiamento degli animali;

3.indirettamente, attraverso materiale organico e/o inorganico contaminato nell'ambiente:

-materiale organico: sangue,secreti ed escreti contaminanti l'acqua di abbeverata, il substrato del terrario, il cibo non mangiato da un animale ed offerto ad un altro individuo, ecc.

-materiale inorganico: ciotole d'acqua, contenitori per il trasporto, ganci metallici per la contenzione, strumenti medicali diagnostici, indumenti, ecc.

4.altri fattori, come ad esempio invertebrati vivi usati per l'alimentazione di altri rettili insettivori, che possono rappresentare dei vettori meccanici, dato che comunemente si spostano da un contenitore all'altro, oppure da parassiti (es. Ophionyssus natricis) che possono essere dei vettori biologici di alcune malattie infettive.

PROFILASSI DIRETTA DELLE MALATTIE INFETTIVE

PROFILASSI (definizione): L'insieme degli interventi atti a prevenire l'insorgenza e la diffusione di una malattia infettiva.

1.Profilassi Indiretta: mezzi medici che modificano un ospite da RECETTIVO a RESISTENTE (prototipo:VACCINAZIONE, chemioprofilassi, ecc.); n.b. non sono stati ancora allestiti dei vaccini (per altro tentati in passato, su diverse specie di rettili, ma con scarso successo) contro le malattie infettive dei rettili.

2.Profilassi Diretta: Interventi sanitari rivolti contro l'ag. eziologico.

-QUARANTENA

-DISINFEZIONE

 

L'ACARO DEI SERPENTI

INTRODUZIONE
· L’ Ophionyssus natricis è un ectoparassita ematofago, si nutre, perciò, del sangue dell’animale che parassita. Esistono oltre 250 specie di acari che infestano i rettili (serpenti, sauri e tartarughe), ma senza dubbio, l’Ophionyssus natricis è l’acaro più comune dei serpenti, e per tale motivo il più studiato.
·Ospiti: serpenti (selvatici /in cattività), occasionalmente sauri.
· Massicce infestazioni da acari (spt. in animali tenuti in cattività, per i piccoli spazi in cui sono tenuti) causano gravi quadri di anemia, disidratazione e talvolta portano a morte l’animale infestato.
· Gli acari possono essere dei vettori (vettori biologici) di altre malattie batteriche (es: Aeromonas hydrophila), virali, protozoarie, ecc.

DIFFICOLTA’ DEL CONTROLLO E DELL’ERADICAZIONE DELL’ACARIASI

1- Condizioni sanitarie scadenti del terrario.
2- Gestione errata dell’animale o degli animali e del terrario.
3- Elevato numero di animali allevati.
4- Mancata o insufficiente applicazione delle norme di profilassi diretta della malattia (quarantena, disinfezione, trattamenti antiparassitari).
5- Terapie antiparassitarie non accompagnate da un intervento sull’ambiente (rif. Punto 6).
6- Scarse conoscenze del complesso ciclo biologico del parassita.
7- Trattamenti antiparassitari insufficienti o inefficaci.
8- Animali di piccole dimensioni (neonati) o debilitati, il cui trattamento antiparassitario può risultare tossico o letale.

CICLO BIOLOGICO DEL PARASSITA

L’Ophionyssus natricis vive 40 giorni ca., può sopravvivere per 2-3 settimane sul terreno senza nutrirsi. La femmina depone fino a 90 uova (60-80 in media), nell’ambiente (spt.) o sul corpo di serpenti di grosse dimensioni (spazio perioculare, sotto la squama anale). L’evoluzione del ciclo biologico del parassita procede attraverso 5 stadi, tutti dipendenti dalla temperatura ambientale e dall’umidità relativa (ottimale 70-90%):

EMPERATURA AMBIENTALE


25-30°C

20°C

1- Uovo: si schiude in

28-30 h

98 h.

2- Larva (non si alimenta)

18-24 h

47 h.

3- Protoninfa (si alimenta)

3-7 gg.

14gg.

4- Deutoninfa(non si alimenta)

13-24 h

26 h

5-Adulto (si alimenta/ripr.)

10 gg

32 gg.



Ophionyssus natricis

1) UOVO: Mancata schiusa spt. per essicazione (t° oltre 40°C). U.R opt. per la schiusa è dell’85% ed oltre.
2) LARVA: poco mobile, sensibile all’essicazione, U.R. opt. del 75%, spesso passa allo stadio successivo nel punto di ovodeposizione.
3) PROTONINFA: molto mobile, attratta dall’odore dell’ospite, aggressiva, necessita del sangue dell’ospite per passare a deutoninfa (tuttavia vive per 19-31 gg senza alimentarsi), lascia l’ospite dopo il pasto cercando un luogo umido per la muta.
4) DEUTONINFA: Rappresenta il secondo stadio del ciclo biol., non si alimenta, stadio relativamente breve. Raramente si trova sull’ospite, più frequentemente sui rami, ciotole, ornamenti del terrario.
5) ADULTO: Adeso alla cute al di sotto delle squame. La porzione buccale è costituita da un paio di cheliceri attorno ad un ipostoma centrale, con i quali lacera la cute dell’ospite, e può succhiare il sangue. I piccoli vasi sono meccanicamente traumatizzati e/o digeriti dai componenti della saliva del parassita, il sangue è succhiato (telmofagi).

DOVE SI TROVA IL PARASSITA SULL’ANIMALE:

A) Su tutto il corpo dell’animale (al di sotto delle squame spt.) anche mobili.
B) In aree preferenziali dove poter succhiare più facilmente il sangue dell’ospite:

1. Tra le squame nella regione intermandibolare e della gola.
2. Nella regione peri-oculare.
3. Nelle pieghe cutanee attorno alla cloaca.
4. A livello di cute delle fossette termorecettoriali (pit organs) dei serpenti provvisti di questi organi sensoriali.
5. A livello di recesso timpanico nei sauri.

SINTOMI:

1. Animali intorpiditi, poco reattivi, assopiti;
2. Talvolta irascibili (animali che si sfregano su oggetti appuntiti o rigidi);
3. Serpenti immersi nelle ciotole per l’acqua per lunghi periodi;
4. Perdita dell’appetito;
5. Difficoltà nell’effettuare la muta;
6. Ritenzione dell’occhiale;
7. Edema ed eritema (spt. nella regione della gola e perioculare);
8. Infezioni periorbitali e congiuntivali;
9. Squame rugose, erose, danneggiate, petecchie.
10. Dermatiti locali o diffuse;
11. Dermatite “intraspectaculare” (internamente all’occhiale), cheratiti, panoftalmiti;
12. Quadro di grave anemia (per elevata carica infestante/neonati/animali debilitati) anche letale;
13. Altri sintomi (stomatiti, polmoniti, gastroenteriti, ecc.) riferibili ad altre malattie trasmesse dall’acaro (vettore biologico);
14. Morte.

TRATTAMENTI

1) Tutti gli stadi del ciclo biologico dell’Ophionyssus natricis spendono buona parte della loro vita fuori dall’ospite (uovo, larva, deutoninfa l’intera vita, senza nutrirsi), perciò :

· TRATTAMENTO DELL’OSPITE E DELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE
· TRATTARE OGNI FESSURA ED ANGOLO (spt. nella parte sup.del terrario).
· IL TRATTAMENTO NON PUO’ ESSERE A BREVE TERMINE (almeno 2 tratt. a distanza di 14 gg.).

N.B.: La scelta di un trattamento antiparassitario contro l’Ophionyssus natricis, deve essere sempre effettuata su consiglio di un medico veterinario, che valuterà lo stato di salute dell’animale e l’eventuale adozione di due o più trattamenti contemporaneamente. Dal momento che l’acaro può essere un vettore di altre malattie infettive, si consiglia di effettuare una visita presso un medico veterinario specialista che potrà valutare lo stato generale di salute del serpente, ed eventualmente adottare una terapia antibiotica e/o chemioterapica in associazione al trattamento antiparassitario.

ACQUA: Sommergere l’animale in acqua tiepida per periodi di 30-45 min. (riduzione del numero di parassiti), per 7-10 gg. consecutivi. Può essere associato ad altri trattamenti (spt. per animali debilitati che saranno in seguito trattati). In alternativa il rettile può essere immerso per un periodo di oltre 10 ore (rischio di annegamento: monitorare spt. i serpenti di piccole dimensioni e quelli debilitati).
Trattamento non tossico, ma spesso insufficiente alla totale eradicazione.
OLIO D’OLIVA: Ricoprire l’intero corpo dell’animale. Insufficiente e poco pratico.
ORGANOFOSFATI: Dichlorvos
· “no-pest strip” (DDVP, Vapora) strisce imbevute di 2-3 cm. nel terrario per 2-4 gg. (spesso poste in contenitore di plastica cui sono stati effettuati dei fori), da ripetere dopo 10-14 gg.
· Collari antiparassitari per cani/gatti
· Triclorforn (Neguvon), fention (Tiguvon).
Vantaggi: trattamento dell’animale e del terrario contemporaneamente.
Svantaggi: elevata tossicità (per essere efficace spesso deve essere associato ad altri trattamenti), tossico per l’animale e per l’uomo. Intossicazione acuta (per inalazione, ingestione, contatto) causa sintomi neurologici anche irreversibili. Sono frequenti le intossicazioni croniche.Letale. N.C. (non consigliato)

PIRETROIDI: Pietrine di sintesi spray, polvere,
shampoo. Permetrina (P. di II generazione).Effetto sinergico se usata con gli esteri fosforici, tetrametrina, resmetrina (P. di I generazione).
Cipermetrina (III gen.)/ molto potenti e stabili.
Gli animali vanno assolutamente risciacquati dopo il trattamento.
Vantaggi rispetto alle piretrine (naturali): maggior rapidità d’azione; degradazione rapida ambientale; non si accumulano nell’ambiente, utilizzabili per trattare sia gli animali sia il terrario. Sv.:degradazione rapida alla luce, alcuni casi di intossicazione anche letale (usato non correttamente)/paralisi irreversibile.
IVERMECTINA: per bocca o intramuscolo (da parte del veterinario) o applicato localmente (spray,spugnature), trattamento dell’ambiente.
V.: azione sistemica prolungata, a livelli terapeutici per lungo tempo.Bassa tossicità per l’ospite (maggiore per i sauri), trattamento di scelta per gruppi numerosi di animali. SV.: trattamento ambientale (anche se consigliato) non eseguito, possibile tossicità per alcuni sauri.
MILBEMICINA: Agisce in modo analogo all’ivermectina. Scarsa applicazione sino ad oggi.
FIPRONIL: (Frontline) Spray, spot-on. Nebulizzato sull’animale e nel terrario. Possibili effetti tossici, per sensibilità individuale o specie specifica.
LUFENURON: Regolatore di crescita (per inibizione della sintesi di chitina). Non ancora significatamente adottato.Vantaggi: uso sistemico, azione prolungata
Svantaggi: non uccide in modo immediato gli acari, non adatto al trattamento degli anim. ma alla prevenzione delle infestazioni.
METOPRENE: Altro regolatore di crescita.Spesso associato ad altre sostanze (es. carbamati), tossicità elevata simile agli organofosfati.
POVIDONE-IODURO: Betadine soluzione, diluito in acqua, per immersione dell’animale Svantaggi: può causare intossicazione (spt. per ingestione), scarsa efficacia antiparassitaria.
ESSICCANTI: Silica-gel, gel igroscopico, det. abbassamento dell’U.R. (< del 17 %), blocca lo sviluppo delle uova e delle larve, disidratazione del parassita. Sv.: irritante per le mucose, problemi respiratori per esposizioni croniche, pericoloso per animali di piccole dimensioni.


IPOCLORITO DI SODIO: Utilizzato per il terrario, diluito in acqua, vaporizzato, ha scarsa efficacia antiparassitaria.
VAPORE: Centogradi, utilizzata nel terrario concorre all’eradicazione della malattia, uccidendo il parassita libero nell’ambiente.

POICHE’ ALCUNI TRATTAMENTI ANTIPARASSITARI SUGGERITI POSSONO RISULTARE TOSSICI (ANCHE LETALI) PER L’ANIMALE TANTO QUANTO LO SONO PER IL PARASSITA, LA SCELTA DI UN TRATTAMENTO (O PIU’ TRATTAMENTI) VA FATTA PRIMA DI TUTTO IN BASE ALLE CONDIZIONI FISICHE DEL RETTILE (AN. DEBILITATI POSSONO NON SOPPORTARE ANCHE TRATTAMENTI BLANDI), CONOSCENDO L’ESATTA APPLICAZIONE, I VANTAGGI , I RISCHI E LA POSSIBILE INEFFICACIA DEL METODO SCELTO. PER TALE RAGIONE SI CONSIGLIA SEMPRE DI PORTARE L’ANIMALE AD UNA VISITA PRESSO UN MEDICO VETERINARIO ESPERTO IN FISIO-PATOLOGIA DEI RETTILI, CHE SAPRA’ ADOTTARE IL TRATTAMENTO ANTIPARASSITARIO PIU’ ADATTO.

CONTROLLO POST-TRATTAMENTO

1. *CONTENITORE DI CONTROLLO CON FONDO IN CARTA BIANCA (gli acari si possono osservare meglio).

2. *TERRARIO CON FONDO IN CARTA BIANCA.

3. *MANEGGIARE IL RETTILE CON GUANTI IN LATTICE (USA E GETTA) DI COLORE BIANCO.

4. *PORRE IL RETTILE IN UN CONTENITORE PIENO D’ACQUA ALLA TEMPERATURA DI 25-28°C, DOPO 15-20 GIORNI DAL TRATTAMENTO, PER 30-60′ (controllare il fondo del contenitore per rilevare l’eventuale presenza di parassiti




   

 

     


Vaccinazioni Laboratorio Analisi Degenza Animali
Visite di Base Cardiologia Anestesia
Pronto Soccorso Ortopedia Ecografia
Chirurgia Odontostomatologia Endoscopia
Nefrologia Neurologia Urologia
Terapia Intensiva Radiologia Animali Esotici

Aggiornamenti in
CARDIOLOGIA

cardiologia
Aggiornamenti in
NEUROLOGIA

Due MAdonne
Aggiornamenti in
CHIRURGIA

Due MAdonne
Scarica la brochure della Clinica Veterinaria Due Madonne
Clinica Veterinaria Due Madonne - Via Due Madonne 53/A - 40138 Bologna
Tel.: 051 - 538 703  Cell. 380 - 2454026  - E-mail: clinicaduemadonne@libero.it
contatore internet